Whistleblowing: cos’è e per chi diventa obbligatorio per legge
Whistleblowing: cos’è e per chi diventa obbligatorio per legge
Il Whistleblowing diventerà obbligatorio a partire da dicembre: scopriamo di cosa si tratta e quali aziende lo devono applicare
Il Whistleblowing diventerà obbligatorio a partire da dicembre: scopriamo di cosa si tratta e quali aziende lo devono applicare
Il whistleblowing è il processo attraverso il quale un individuo (noto come “whistleblower” o “segnalatore“) rivela informazioni riguardanti illeciti, comportamenti illegali, frodi, cattiva condotta o altre pratiche discutibili all’interno di un’organizzazione, un’azienda o un ente governativo. Questo può includere segnalazioni su corruzione, discriminazione, danni ambientali, minacce per la sicurezza pubblica o qualsiasi altro comportamento che possa danneggiare il pubblico interesse.
Le segnalazioni dei whistleblower possono essere fatte internamente, ai superiori o al reparto delle risorse umane dell’organizzazione, oppure esternamente, a enti governativi, agenzie di regolamentazione, organi di stampa o altre organizzazioni esterne.
Le motivazioni dei whistleblower possono variare e includere la preoccupazione per l’etica, la giustizia, la sicurezza pubblica o il desiderio di prevenire danni futuri. Tuttavia, in molti casi, i whistleblower si espongono a rischi personali e professionali, come la possibilità di essere licenziati, diffamati o soggetti a rappresaglie, il che può scoraggiare alcune persone dal fare segnalazioni.
Per proteggere i whistleblower e promuovere un ambiente sicuro per le segnalazioni, alcuni paesi hanno leggi specifiche, note come “leggi sul whistleblowing” o “leggi sulla protezione del whistleblower“, che offrono protezioni legali e garanzie contro ritorsioni per coloro che fanno segnalazioni di buona fede.
In Italia è stato recentemente allargato in maniera significativa il perimetro di applicazione della disciplina in materia di Whistleblowing (in precedenza limitato alle sole imprese dotate di modello organizzativo 231 e agli enti pubblici), tramite l’introduzione delle “segnalazioni esterne” attraverso i canali dell’A.N.A.C, con un conseguente forte impatto sugli adempimenti GDPR .
Il 15 marzo 2023, infatti, con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale il Decreto Legislativo 24/2023, l’Italia ha recepito la Direttiva (UE) 2019/1937 “ c.d. Whistleblowing”. Il Decreto Legislativo n. 24 del 10 marzo 2023 ha allargato in maniera significativa i campi di applicazione.
Quali organizzazioni sono interessate?
Le organizzazioni interessate sono:
• le imprese private che hanno impiegato, nell’ultimo anno, la media di almeno 50 lavoratori subordinati con contratti di lavoro a tempo indeterminato o determinato
• le imprese che hanno adottato Modelli di organizzazione ai sensi del D.Lgs. n. 231/2001 e che hanno nominato un Organismo di Vigilanza (ODV)
• i soggetti del settore pubblico ed altri soggetti previsti all’articolo 1 del D.Lgs. 24/23.
Per quanto riguarda i termini dell’adeguamento, le imprese con meno di 250 dipendenti sono tenute ad attenersi alle indicazioni del Decreto entro il 17 dicembre 2023.
Quali adempimenti prevede la normativa?
Tra gli adempimenti annoverati dal predetto decreto si dovranno obbligatoriamente attivare canali di segnalazione interna che garantiscano l’anonimato e la protezione dei segnalanti. La scelta del canale di comunicazione è particolarmente importante perché deve adempiere sia ai requisiti previsti dal GDPR, sia a quanto prescritto dal D.lgs 24/2023
Concludendo, il whistleblowing svolge sicuramente un ruolo importante nella promozione della trasparenza e dell’accountability nelle organizzazioni, poiché consente di portare alla luce questioni critiche che potrebbero altrimenti rimanere nascoste. È un meccanismo cruciale per il controllo dell’illegalità e delle pratiche scorrette all’interno di organizzazioni pubbliche e private, e per le aziende toccate dal nuovo Decreto è indispensabile adeguarsi entro i limiti imposti per legge.
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